martedì 10 maggio 2011

Recensione: LIBERO ARBITRIO di Caterina Armentano

In un paesino della Calabria, un luogo non ben definito, dove lo spazio simbolico prevale su quello reale, inizia l'intreccio delle vite di alcune donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano, si invidiano, fanno comunella tra loro. Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad "Amici" nonostante abbia superato l'età e digiuna se Gigi d'Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama. Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l'ha perseguitata per tutta la vita...

PARERE PERSONALE:
 
"Libero Arbitrio" è un romanzo corale, un romanzo che racconta le avventure e le storie di un gruppo di donne che abitano in un condominio in un paesino della Calabria attraverso gli occhi di una di esse, Rebecca.
Racconta di Ester che vuole talmente tanto disperatamente un bambino da commettere l'errore più grosso della sua vita mettendo in pericolo il suo matrimonio con Fabio, di Cosima maltrattata dal marito, di Miriam che sogna di spiccare il volo e di allontanarsi dalla sua vita che le stà a suo parere troppo stretta, di Raffaella che desidera tantissimo trovare un uomo da amare e che la ami a sua volta per costruire una famiglia e infine racconta anche di se stessa e di suo marito Alfonso, racconta dei loro tentativi sfortunatamente non andati a buon fine di avere un bambino tutto loro.
 
"Ho vissuto troppo a lungo con l'etichetta attaccata addosso della sterile, del mostro, della cieca per non capire che viviamo in un mondo in cui è difficile essere liberi, in cui il giudizio degli altri ci consuma i pensieri e le ossa e facciamo di tutto per piacere al prossimo, per omologarci, per non  essere fuori dalla mischia. Per non essere iscritti gratuitamente nella lista nera."
 
Leggendo il libro ho provato moltissime emozioni contrastanti. Ho gioito con i personaggi nei loro rari momenti di pace. Ho pianto. Ho riflettuto. In alcuni punti mi sono anche arrabbiata con loro, soprattutto quando ho visto il bigottismo delle persone che non sanno far altro che giudicare e sparlare senza conoscere realmente i fatti, convinti di sapere tutto. Mi sono infuriata anche e soprattutto con le famiglie delle donne che vengono picchiate dai loro mariti e che lo ritengono giusto perchè la donna deve ubbidire e sopportare. Deve dare un figlio al marito altrimenti viene considerata una buona a nulla, una nullità.
 
A mio parere questo è uno di quei libri che lascia il segno nei cuori dei lettori, che fa riflettere sui risultati delle proprie azioni, sulla condizione della donna e soprattutto sulle conseguenze distruttive che possono avere le dicerie su una persona che non desidera altro che essere compresa e accettata per quello che è.
 
La scrittrice è molto brava anche a rendere le atmosfere di un piccolo paesino e soprattutto l'ho trovata molto brava anche nel descrivere i sentimenti provati dai personaggi e i loro tormenti . La scrittura è veramente scorrevole tanto che una volta iniziato a leggere quasi non ci si rende conto di essere arrivati in fondo fino a che non si giunge all'indice.
 
Consigliato? Certamente si!
 
Stelline: @@@@

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